Cast


Ed ecco chi siamo, direttamente a voi dalle pagine del romanzo...





KATIE BAKER

"«Oh, santo il cielo!» esclama una voce da qualche parte in giardino. Esco fuori incuriosito e vedo una ragazza che rincorre un ombrello ribaltato tra le primule.
Aggrotto la fronte, perplesso. «Ehm, serve aiuto?»
La ragazza riesce finalmente ad agguantare l’ombrello posseduto e prende a correre affannata verso di me. «No! È che quando lo porto in un posto nuovo gli piace esplorarlo per bene!» mi dice in un sorriso.
Annuisco. «Certo, anche il mio fa sempre così.» 
Immagino che a questo punto dovrei descrivere la ragazza, giusto? È che mi ha colto alla sprovvista, lo ammetto: non me l’aspettavo affatto così.
Armata di una sufficiente dose di sconsideratezza, si è presentata al colloquio con un paio di leggins bianchi, degli stivaletti rossi e una giacchetta blu, che la fanno assomigliare più alla bandiera della Francia che alla candidata ideale per il posto di tata.
Forse per colpa del vento, o forse no, una massa informe di boccoli biondi ondeggia sopra la sua testa come la criniera di un leone, incorniciando un viso minuto su cui troneggiano due occhi verdi GIGANTI."




MATTEO GALLO

"«Sei qui da otto mesi ormai e non sei ancora riuscito a finire il tuo romanzo. Non hai un lavoro, una fidanzata, né niente. Mi spieghi che cos’hai intenzione di fare?»
Okay, adesso giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, Vostro Onore. 
Sono ospite da mia sorella da quando il padrone del mio appartamento in centro mi ha sfrattato otto mesi fa, per una inappianabile divergenza di vedute: lui voleva che pagassi l’affitto, il mio conto in banca, no. 
Dopo che La Stronza mi ha lasciato e la mia vita si è trasformata in una serie tale di sfortunati eventi da far impallidire anche Lemony Snicket, sono stato licenziato perché il caposervizio del giornale per cui lavoravo, che pure era così “comprensivo”, non aveva capito che la riga sulle fiancate della sua Mercedes non voleva essere uno spregio per essersi preso la mia ragazza, ma solo una verifica di quanta polvere fosse depositata su quella preziosa carrozzeria. Era manutenzione straordinaria, Vostro Onore.
E così sono rimasto a piedi e con i soldi dei miei romanzi sono riuscito a pagare l’affitto solo per altri 6 mesi. 
A quel punto, ancora una volta, sono stato costretto a scegliere: o tornavo a casa da mia madre a Campoli, tra orsi e tartufi, ma sapevo che ben presto avrei visto la mia voglia di vivere gettarsi in un dirupo assieme a tutte le caprette di Heidi, oppure andavo a stare temporaneamente da mia sorella, da poco rimasta sola con i figli, in un posto abbastanza civilizzato in cui l’animale da compagnia è il canarino Paul e non Fiocco di Neve."




BEATRICE GALLO

"Gli hobbit, stranamente, ubbidiscono al volo. Ma d’altra parte si sa, sono come i cani, fiutano la paura. E stavolta hanno ragione perché è in arrivo IL DISCORSO, lo sento. 
Lo scrivo in maiuscolo per sottolineare quanto I DISCORSI di mia sorella siano importanti. 
Ricordo ancora il primo, come fosse ieri. Avevo sei anni e stavo per cominciare la scuola elementare e lei era in quarta. Un giorno di fine estate mi prese da parte e mise subito in chiaro come stavano le cose: «I miei amici sono miei e basta: tu trovati i tuoi, oppure stai solo. Lo scivolo è mio e dei miei amici e basta: tu trovati un altro posto, oppure non giochi. Antonio Banducci è il mio fidanzato e basta: fattene una ragione, non sarà mai tuo.»
Sebbene non avessi niente da obiettare sull’ultima considerazione, ho passato i primi due anni delle elementari nello sgabuzzino del bidello a giocare insieme a lui. Un’infanzia rubata.
È che mia sorella è sempre stata una tipa tosta, e non c’è da stupirsi se adesso è un ottimo avvocato penalista. Anche se oggi, dopo il divorzio e tutto il resto, ha perso gran parte del suo smalto. Sembra Superman in una caverna di kryptonite."


RACHELE E GABRIELE SARPI

"Da quando, due anni fa, quel bastardo del padre ha preso armi e bagagli e se n’è andato per la sua strada, che gli auguro piena di buche e senza uscita, i bambini si sono trasformati in una versione mignon di agguerritissimi troll delle paludi.
La somma divinità a cui hanno consacrato le loro piccole, rumorose vite, è senza dubbio il grande e possente Ralph Spaccatutto. In Suo nome, hanno giustiziato tra le più atroci sofferenze, il cordless, l’Ipod di Beatrice e il mio cellulare. Tutti affondati nel water al grido di “Iceberg, dritto davanti a noi!”.
Una volta hanno messo nella lavatrice la farina gialla perché pensavano che girando il cestello avrebbero preparato la polenta. Un’altra volta hanno pitturato il canarino Paul con la vernice rossa, causandogli dapprima una brutta intossicazione e poi una profonda crisi di identità. 
E poi, non so se l’ho detto, mi hanno buttato il cellulare nel water."





TOBIA MANCINI

"Così, dal nulla, mi sento riempire da una sensazione strana, una specie di formicolio che mi attraversa tutto il corpo, ma che scompare subito non appena i miei occhi cadono sul tipo alla guida della Citroën Dyane azzurro cielo da cui è appena scesa. Sì, avete capito bene, una Citroën Dyane azzurro cielo. Chi diavolo guida più un cassone così?
Be’, senz’altro il tipo moro, dagli occhi neri che, così a prima vista, dovrebbe avere più o meno l’età di Beatrice. 
Quando i bambini sono scesi, lei si appoggia sul finestrino aperto, dice qualcosa al ragazzo e poi si allunga all’interno, come per dargli un bacio. Appena lei si ritrae, il tipo saluta i bimbi con la mano che ricambiano con tutto l’entusiasmo di cui sono capaci, e poi se ne va.
All’improvviso, qualcosa di aguzzo e affilato mi pizzica dentro. 
Sono indignato: la tata si porta il fidanzato al lavoro?
Ora, non che siano affari miei, ma non credo sia proprio il caso."





STEFANO FERRETTI

"Stefano è una di quelle persone che tutte le mattine, quando si sveglia, non si alza dal letto. Risorge. E di certo, un evento di tale portata deve essere raccontato in modo opportuno.
«Ah, io sono appena rientrato da L.A. e il jet-lag mi sta uccidendo. Però che storia, ragazzi!» 
Adesso mi aspetto l’elenco delle hostess che si è fatto durante il volo intercontinentale più gli scali e i transfer da e per l’aeroporto. 
«Sul volo c’era una hostess svedese da paura…» 
Appunto. 
Ascolto in silenzio l’ennesimo resoconto delle sue performance sessuali d’alta quota, quando lui torna finalmente coi piedi a terra."



















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